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Non é tutto da buttare

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Kiadó: .com Editore
Kiadás helye:
Kiadás éve:
Kötés típusa: Fűzött kemény papírkötés
Oldalszám: 212 oldal
Sorozatcím:
Kötetszám:
Nyelv: Olasz  
Méret: 21 cm x 14 cm
ISBN:
Megjegyzés: Fekete-fehér fotókkal.
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Fülszöveg


Quando lo conobbi, negli anni '70, viveva in una baracca di legno tirata su, alle falde del Monté Pellegrino. A ridosso della spiaggia palermitana di Mondello.
Lo chiamavano "Vincenzo l'eremita", ma lui sosteneva di non essere sicuro del proprio nome; passava le giornate con un cane, certamente senza soldi e senza nessuno; apparentemente sereno. Chi viveva nella zona ricordava che, alla ftne della guerra, era apparso spingendo una "carrozzella per bambini", dove teneva le sue poche cose. Poi aveva costruito una príma baracca, ai margini della strada che porta al mare, successivamente si era arroccato piíi in alto, costruendone una seconda accanto alle prime roccie del promontorio. Con lui c'erano sempre stati dei cani, uno per volta. Quando morivano li seppelliva vicino alla baracca e segnava, con dei sassi, il punto esatto. D'estate non parlava con nessuno. D'inverno, quando Mondello tornává ad essere un borgo di pescatori, si fermava nella "piazzetta" e rispondeva con qualche... Tovább

Fülszöveg


Quando lo conobbi, negli anni '70, viveva in una baracca di legno tirata su, alle falde del Monté Pellegrino. A ridosso della spiaggia palermitana di Mondello.
Lo chiamavano "Vincenzo l'eremita", ma lui sosteneva di non essere sicuro del proprio nome; passava le giornate con un cane, certamente senza soldi e senza nessuno; apparentemente sereno. Chi viveva nella zona ricordava che, alla ftne della guerra, era apparso spingendo una "carrozzella per bambini", dove teneva le sue poche cose. Poi aveva costruito una príma baracca, ai margini della strada che porta al mare, successivamente si era arroccato piíi in alto, costruendone una seconda accanto alle prime roccie del promontorio. Con lui c'erano sempre stati dei cani, uno per volta. Quando morivano li seppelliva vicino alla baracca e segnava, con dei sassi, il punto esatto. D'estate non parlava con nessuno. D'inverno, quando Mondello tornává ad essere un borgo di pescatori, si fermava nella "piazzetta" e rispondeva con qualche parola, alle domande che gli facevano i piű anziani. Ormai li vedeva da anni, da loro accettava del pesce e qualche bicchiere di vino. Tutti pensavano che Vincenzo avesse subito un trauma, durante la guerra, ma senza alcuna prova.
Negli ultimi anni Mondello era stata invasa dal cattivo gusto, dal frastuono e si era trasformata in una localitá alla moda, frequentata da chi cancellava il ricordo degli stenti del dopoguerra, accettando tutte le promesse del miracolo economico. L'estate incupiva Vincenzo. Sempre piü estraneo a ciö che lo circondava, ormai si sentiva "accerchiato" dal progresso. Tutti i giorni, all'alba, attraversava il
paese facendo incetta di ogni sorta di rottame e lo poneva nella sgangheratissíma carrozzella, che si trascinava dietro da vent'anni. Quando era "colma", tornává a casa per aggiungere quanto aveva raccolto alla montagna di ferraglia, piatti rotti, utensili inservibili, che cresceva accanto alla sua baracca.
Ad operazione conclusa, Vincenzo, solitamente, arretrava di qualche passo e guardava, soddisfatto, quell'accozzaglia di oggetti dalia quale avrebbe ricavato, alla fine dell'estate, qualche soldo vendendo i rottami ferrosi. A1 tramonto, prima di ritirarsi nella baracca, salutava il suo cane, che aveva la responsabilitá di custodire il tesoro durante la nőtte: "accura, talia ca u'unne robba i' ittari"; invitandolo cosi a fare buona guardia.
Da anni, Vincenzo ha raggiunto i suoi cani, ma la baracca é ancora li, accanto all'ultimo mucchio di rottami; dopo la sua morte nessuno li ha rimossi, proprio come se non fosse tutto da buttare. L'eremita mi torna in mente, quando incontro i barboni che vagano per Milano, spingendo un carrello da supermercato, stracolmo. Allora mi ricordo di Vincenzo e del suo cane; del mare che poteva guardare tutti i giorni e dei ficodindia che crescevano, dietro la baracca. Mi chiedo se Vincenzo avrebbe preferito un carrello, alla sua sgangherata carrozzella. Credo di si. Ma certo, non l'avrebbe aggiunta alla montagna dei rottami. Anch'io continuo a tenere nei cassetti i progetti che managers, banche e i campioni del capitalismo piú banale hanno rifiutato, bocciato, contestato. Per questo, del web, mi affascina la sua capacitá di essere una sconfinata raccolta di ogni sorta di residuo: tecnologico, effimero, inutile. Anch'io penso che non é tutto da buttare.

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Antonio Raspa Vissza

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